sabato 6 giugno 2015

Mentre siamo in tournèe con il nuovo spettacolo continua la richiesta de "LA GUERRA NEGLI OCCHI", ispirato al primo libro "A CHI DIMANDA DI ME" (esaurito anche alla terza ristampa).
Quella di Vallio Terme, il 12 giugno sarà la 75a replica!!!!
Il mio amico John, il grande, scrive testi teatrali che hanno un successo notevole.  Purtroppo l'uso del dialetto bresciano limita il bacino potenziale. L'interpretazione magistrale di Andrea Giustacchini meriterebbe ben altre platee.




"A chi dimanda di me - Lettere e diari dei soldati valsabbini e gardesani alla Grande Guerra 1915/18"

  Ho letto e riletto le loro lettere, le loro cartoline, la grafìa affaticata di chi è avvezzo alla zappa e alla falce, al martello e all’incudine.   Li ho incontrati, uno ad uno immaginati, dal piccolo Velido ad Italo, lo spaccone.  Ogni volta che rileggo le loro parole aumenta in me il rispetto per la loro umanità, sia quando sospirano la Pace sia quando esaltano la guerra.  I ragazzi di vent’anni o i padri di famiglia che hanno lasciato la loro vita per una guerra condotta senza capo né coda da generali impreparati ed esaltati, nel massimo disprezzo delle vite umane, sono i protagonisti di questa ricerca.  La Storia sono loro che, senza alcuna intenzione letteraria, ci parlano del loro coraggio, delle loro paure, delle loro speranze o della loro disperazione, raccontano momenti tristi o divertenti, tragici o esaltanti di una vicenda che altri hanno deformato prima, durante e dopo.
La Storia sono loro, perché loro erano in trincea mentre generali e giornalisti famosi si scambiavano opinioni ed informazioni, favori ed adulazioni nei salotti delle ville venete o nei bordelli di lusso.
Uno destino ingiusto ma non strano, ha fatto sì che i generali, anche quelli trombati come Cadorna e Graziani, siano stati poi gratificati negli anni del Ventennio fascista con pensioni d’oro o rinnovati incarichi. Ai protagonisti del mio libro, invece, è toccata spesso la dispersione dei resti e una croce di guerra o una medaglia,  a magra consolazione di chi restava.